dal Corriere Adriatico del 28 Febbraio 2022
Alcuni giorni fa, mi è arrivata una email tanto piacevole quanto inaspettata. Un giovane studente nato in terre lontane, appena conseguita la laurea presso la nostra Università, ha voluto inviarmi questo messaggio: “Ora che mi laureo, vorrei ringraziarla. Lei forse non si ricorda di me. Mi sono iscritto alla Facoltà di Ingegneria nel 2017. In quel periodo non avevo ancora nessun documento perché sono uno di quei tanti ragazzi arrivati in Italia attraverso il mare; nonostante ciò, lei mi ha permesso di seguire le lezioni permettendomi così di realizzare il mio grande sogno che è sempre stato quello di studiare”. Ci sono tante ragazze e ragazzi che scelgono questa strada, emigrano con mille difficoltà, a volte perdendo la vita attraversando il Mediterraneo, per studiare nelle nostre Università. Ne ho incontrati e continuo ad incontrarne tanti. Le Università sono luoghi in cui la cittadinanza globale viene professata ogni giorno, dove tutti sono ammessi indipendentemente da luoghi di nascita, culture, storie e religioni di appartenenza e dai colori della pelle. La consapevolezza, l’esperienza acquisita sull’importanza del valore dello studio, del confronto aperto e rispettoso, giustificano il mio ottimismo verso le generazioni future, quelle che aiutiamo a crescere nelle nostre aule e nei nostri laboratori. L’ottimismo della ragione, del rigore scientifico, del confronto con gli altri e del rispetto di tutti. Oggi sono in aula per iniziare il nuovo semestre di lezioni, con preoccupazione e angoscia, non tanto per gli argomenti che tratterò, automazione e robotica, ma per la situazione in cui siamo piombati da alcuni giorni, ritornando in un attimo a rivivere la storia del secolo passato.
Ho sempre presentato ai miei studenti il progetto dell’Europa unita come un trattato di pace capace di garantire crescita sociale ed economica, dove culture diverse convivono nel rispetto delle differenze di culture, lingue, religioni e appartenenza. Ora tutto questo sembra sciogliersi come neve al sole. È bastata l’arroganza di Putin con l’invasione dell’Ucraina, per cancellare il progetto e ripercorrendo quanto Hitler fece nel secolo scorso con la Polonia. Come è possibile in un mondo interconnesso e globalizzato, dove le informazioni, le conoscenze si scambiano e si contaminano, accettare un’azione di questo tipo? Quali sono le cause che hanno spinto la Russia ad invadere uno stato sovrano? Una azione violenta, ingiusta, contraria al confronto e alla comprensione, ostile alla cittadinanza globale. Sicuramente le politiche e le logiche populiste, sovraniste e nazionaliste degli ultimi anni hanno assecondato l’invasione. Se prevalgono queste politiche, la guerra ne è la logica conseguenza, come la storia insegna. Il progetto di Europa andava completato con la creazione di un esercito di difesa comunitario capace di dar forza alle scelte politiche. Senza questo strumento ogni azione di persuasione cade nel vuoto, come constatato in questi giorni. Del resto, i limiti si erano già compresi all’abbandono dell’Afghanistan: l’Europa non ha potuto far nulla tranne che prendere atto di quanto deciso dagli Stati Uniti. La guerra va sempre evitata ma forse la presenza di un esercito europeo può fermare le azioni espansionistiche, nazionalistiche e populistiche di Putin e di altri come lui.
Ora l’unico strumento per convincere la Russia a fermarsi sono le sanzioni economiche, già utilizzate in altre occasioni ma con scarsi risultati, che dovranno essere incisive e soprattutto non colpire le popolazioni. Ma soprattutto occorre un’ampia presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica, attraverso la promozione e la partecipazione ad azioni di protesta civile, con la speranza che si allarghi all’intera Europa, per contrastare e sconfiggere le politiche sovraniste e populiste. Nel fine settimana vi sono state importanti manifestazioni in Italia e in Europa, anche in Russia. È bene che l’Europa si faccia sentire con la voce dei propri cittadini. La mobilitazione civile e la partecipazione possono fermare anche i carri armati, ne sono convinto.
Febbraio 28, 2022 3:00 pm
by
Sauro Longhi